Trarre delle conclusioni sintetiche rispetto ad una tematica che torna di attualità, dentro la crisi intrinseca che attraversa la concezione stessa dell’uomo, e dentro una crisi ben più ampia che attanaglia le dinamiche del contemporaneo, comporta il rischio di considerazioni nostalgiche, o di una ricostruzione di “sistemi” che non parlano al presente, così come di un facile riduzionismo rassegnato alla corrente del panorama sociale e culturale sempre in evoluzione, sfaccettato e polimorfo nei suoi caratteri. Nel percorso compiuto sono emerse diverse traiettorie che possono essere trattenute, con rigore intellettuale e insieme massima efficacia pratica, in prospettiva teorica ma dentro un compito educativo che non inficia bensì invera i contenuti trascendentali. Anche la migliore teoresi, nella sua distanza a rischio di astrattismo, sarebbe mal spesa senza intrecciare i sentieri teorici con l’attualità viva. E tuttavia, pur nel ritorno alla realtà, si incorrerebbe in un ulteriore errore tenendo i due mondi, quello teoretico-trascendentale e quello pratico-educativo, in uno stato di separazione e di estrinsecismo, al contrario della reciproca contaminazione che è insegnata dalla migliore tradizione come da molteplici espressioni del contemporaneo. Ci sono sufficienti ragioni per tenere assieme i due lati della questione, per non rifugiarsi in un’astratta teoresi di contro alle sconfitte del reale, così come per non lasciarsi travolgere da un contesto, che in tutte le sue forme e seduzioni consumistiche, si offre ingannevolmente come migliore dei mondi possibili, archiviando apparentemente le domande eterne che salgono dal cuore di ogni uomo.
Ecco allora alcune delle traiettorie comuni emerse, da cui è possibile ripartire, in chiave sintetica e insieme dinamica, spingendosi oltre il non detto del testo e aprendo il percorso per ulteriori approfondimenti, specie in relazione alla costruzione di una vita compiuta nelle buone relazioni.