La critica naturalistica della religione in Richard Dawkins e Daniel Dennett
Da alcuni il ritorno ad un ruolo pubblico della religione viene interpretato come una minaccia ai fondamenti della democrazia; da altri viene analizzato interpretandolo come un fenomeno naturale, spiegabile scientificamente, perciò riducibile a fatti empirici e a spiegazioni razionali. Sulla scorta di queste premesse, il saggio esamina gli argomenti di Dawkins e di Dennett. Del primo considera gli argomenti contro il teismo e a favore di un concetto evolutivo di Dio e del processo creativo. Del secondo prende in esame gli scritti relativi all’origine della credenza in agenti soprannaturali. I due autori vengono quindi accomunati nel tentativo da un analogo naturalismo riduzionistico che tenta di ridurre il fenomeno religioso all’effetto secondario di una determinata disposizione mentale utile a favorire l’adattamento all’ambiente e la sopravvivenza.