INTRODUZIONE – Da Pascal a Maritain

Non è il semplice accostamento di due autori, nelle concomitanti ricorrenze del quarto centenario della nascita dell’uno e del cinquantesimo anniversario della morte dell’altro, che ci si propone di trattare in questo numero di Anthropologica,
ma la restituzione di una linea di continuità che vede nell’autore delle Pensées impostarsi il solco di quella modernità alternativa che, anche in reazione ai riduzionismi antropologici dell’Illuminismo e del Positivismo, viene a svilupparsi
nella ricca e diversificata stagione delle filosofie spiritualiste e personaliste dell’Otto e Novecento, da Maine de Biran e Rosmini fino a Bergson, Mounier e Maritain. Un’alternativa che, qualificandosi per una ricentratura della persona
umana in una riconsiderazione del suo essere pluridimensionale al tempo stesso metafisicamente ed esistenzialmente pregnante, compensa la piega razionalistica e soggettivistica della linea dominante del pensiero moderno in una prospettiva sapienziale e relazionale dell’essere personale dell’uomo.

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