Le frontiere giuridiche del riduzionismo

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Il saggio analizza le conseguenze di un approccio riduzionista in ambito giuridico e istituzionale. Innanzi tutto viene preso in esame il cosiddetto “scientismo tecnologico”, ovvero quell’insieme di strumenti teorico/pratici in grado di ampliare enormemente i limiti delle capacità manipolative dell’uomo. In secondo luogo vengono considerate le conseguenze derivanti dalla negazione di ogni differenza dell’umano dal resto dei viventi, parificandolo ad ogni altra forma di vita animale. Privata di ogni differenza ontologica, la dignità umana viene ridotta a status attribuito a taluni membri della specie in possesso di determinate caratteristiche e non più una caratteristica da riconoscersi all’umano in quanto tale, dischiudendo in tal modo la porta a nuove e pericolose forme di discriminazione. Infine ci si sofferma sulla negazione di qualsiasi cognitivismo etico, con particolare riferimento al relativismo e al laicismo lasciando trasparire, nelle battute conclusive, l’ineludibilità di un riferimento all’assoluto quale fondamento ultimo del diritto.

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