Blaise Pascal “interlocutore” di Michele Federico Sciacca

Nella filosofia italiana nel Novecento, l’attenzione alle figure teoriche e ai profili di filosofi della modernità è stata una costante. Uno studio attento di tale fenomeno mostra che lo spazio per una valutazione critica della effettiva influenza di tali autori nell’itinerario biografico, intellettuale e spirituale dei filosofi del Novecento è ancora aperto e necessita di indagini analitiche per cogliere non solo la loro presenza materiale ma anche per individuare il loro apporto per la generazione di nuovi nuclei tematici, in contesti culturalmente differenti e mutati. All’interno del variegato e molteplice sviluppo della filosofia italiana del Novecento, un esempio paradigmatico di un procedere filosofico alla situazionalità della condizione umana è offerto dal profilo biografico esistenziale, intellettuale e spirituale di Blaise Pascal, che è diventato un punto di riferimento costante dei filosofi italiani del Novecento ed è stato fatto oggetto di approfonditi studi e di continui riferimenti, impliciti ed espliciti, che si sono ispirati alla sua vicenda esistenziale, intellettuale, spirituale e alla forma del suo pensare. In questo contesto acquista particolare significato la “lettura”, “interpretazione” e “interlocuzione” che Michele Federico Sciacca fa di Pascal. Una “lettura”, “interpretazione” e “interlocuzione”, tali da svelare, nella dinamica di una reciprocità reciprocante, le linee di continuità, convergenza e discontinuità, tra Sciacca e Pascal, e da riproporre i nuclei tematici del pensiero pascaliano nella loro generatività riflessiva perenne. Il contributo di questo studio intende individuare alcune coordinate della “interlocuzione” di Sciacca con Pascal, come significativo rappresentante del movimento spiritualista, personalista ed esistenzialista cristiano nella filosofia italiana del Novecento.

In the twentieth century Italian philosophy, there has been a constant attention to theoretical figures and profiles of Modern philosophers. A careful study of this phenomenon shows that the space for a critical evaluation of the actual influence of these authors in the biographical, intellectual and spiritual itinerary of the philosophers of the twentieth century is still open and requires analytical investigations to grasp not only their material presence, but also to identify their contribution to the generation of new thematic nuclei, in contexts culturally different and changed. Within the manifold and multiple development of twentieth-century Italian philosophy, a paradigmatic example of a philosophical approach to the situationality of the human condition is offered by the existential, intellectual and spiritual biographical profile of Blaise Pascal, who has become a constant reference point for Italian philosophers of the twentieth century and has been the subject of in-depth studies and continuous references, implicit and explicit, inspired by this existential, intellectual, spiritual life and the by his thinking. In this context, Michele Federico Sciacca’s “reading”, “interpretation” and “interlocution” of Pascal acquires particular significance. A “reading”, “interpretation” and “interlocution” such as to reveal, in the dynamics of a reciprocating reciprocity, the lines of continuity, convergence and discontinuity between Sciacca and Pascal, and to re-propose the thematic nuclei of Pascal’s thought in their perennial reflective generativity. The contribution of this study aims to identify some of the coordinates of Sciacca’s “interlocution” with Pascal, as a significant representative of the Christian spiritualist, personalist and existentialist movement in twentieth-century Italian philosophy.

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