Scegliere la vita. L’aborto fra morale e diritto

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Il dibattito pubblico sull’aborto si trasforma spesso in uno scontro,ideologicamente violento, fra chi sostiene che l’interruzione volontaria della gravidanza è sempre sbagliata perché il nascituro è un essere umano a pieno titolo, e chi, invece, sostiene che è sempre lecita perché la donna deve poter essere libera di decidere ciò che più intimamente la riguarda. Nell’articolo si prova a uscire da questa alternativa, guardando con maggiore attenzione alla donna incinta, e cioè a una relazione vivente fra il feto e la madre, in cui non è possibile né separare l’uno dall’altra, né, tanto meno, ridurre il feto a una mera appendice del corpo materno. Ne consegue una prospettiva morale in cui la tutela della vita nascente non può realizzarsi mai “contro” la madre, ma sempre “tramite” essa, mediante il suo consenso e, soprattutto, mediante politiche sociali di sostegno alla maternità, che liberino le donne dalla necessità di abortire, imponendosi una ferita che, spesso, gli uomini tendono a sottovalutare.

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