Nella modernità un certo tipo di sapere, quello scientifico, ha progressivamente conquistato un’egemonia tale da far sì che tutti gli altri ne venissero fagocitati. Dalla teoria platonica dell’anima della natura si è così passati alla teoria cartesiana della natura macchina, dell’animale macchina e persino del corpo umano come macchina. La persona, in quest’ottica, è l’homme machine, ovvero un insieme di geni, di processi chimici, di scambi cellulari. Ne l’homme machine risulta sempre più difficile scorgere un mistero, un qualche cosa d’oltre, che traluca in filigrana dalla materia. Anche la sessualità e la procreazione umana, in quest’ottica, vengono ridotte a qualche cosa di idraulico-meccanico. Eppure, questa prospettiva riduzionistica, è incapace di cogliere il reale nella sua complessità, perché, se non c’è nascita senza corpo e senza processi biologici, d’altro canto non c’è nascita senza nominazione, senza riconoscimento, senza integrazione in una cultura e in un linguaggio.

In modern times a certain type of knowledge, scientific knowledge, has gradually gained such an hegemony so as to ensure that all other types of knowledge have been subsumed. From Plato’s theory of the soul of nature we then moved onto to the Cartesian theory of nature as a machine, of the animal machine, and even the human body as a machine. The person, according to this view, is the homme machine, a set of genes, chemical processes, cellular exchanges. In the homme machine it is increasingly difficult to see a mystery, something from beyond, which shines forth through the matter. Even sexuality and human procreation, in this view, are reduced to something mechanical-hydraulic. Yet, this reductionist perspective is unable to grasp reality in its complexity, because if there is no birth without a body and without biologicalprocesses, then there is no birth without naming, without acknowledgment, without integration into a culture and a language.